Brevetti, competenze e tecnologie sono sempre stati considerati i principali patrimoni delle aziende. I passi avanti fatti sotto il profilo della digitalizzazione però hanno reso evidente un altro asset che spesso viene sottovalutato dalle imprese e non sfruttato a dovere: il patrimonio dati. Oggi a fare la differenza fra un’impresa che innova e cresce, anche durante i momenti più complicati, è proprio la capacità di saper sfruttare al meglio le informazioni in proprio possesso. Chi in tempi non sospetti ha investito in soluzioni per acquisire e gestire al meglio le informazioni, oggi si trova infatti in una posizione avvantaggiata.
Il vantaggio di essere una data-driven company
Le realtà che meglio riescono ad affrontare le sfide imposte dal mercato, anche in situazioni complesse e di crisi, sono quelle data-driven, cioè guidate dai dati. È grazie al patrimonio dati che i manager possono infatti prendere decisioni informate e tempestive su come gestire il business, e questo è stato evidente soprattutto in tempi recenti. Quando improvvisamente le supply chain a livello globale si sono interrotte, i dati sono stati la chiave per trovare soluzioni rapide e funzionali e garantire così la continuità del business. Chi ha fatto leva sui dati è stato in grado di riorganizzare rapidamente la catena di approvvigionamento, ma anche di individuare nuove soluzioni e opportunità di business che non sarebbero state facili da trovare coi metodi tradizionali. La cultura del dato, insomma, è alla base dell’efficienza e dell’innovazione.
Assessment aziendale e l’importanza dei dati per sviluppare e mantenere i talenti
Fra le risorse più importanti in azienda, oltre ai dati, ci sono i talenti: raccogliere tutte le informazioni del mondo serve a poco se poi non si hanno a disposizione le persone giuste per estrarne il valore. Oggi le imprese, a livello globale, si trovano di fronte a una sfida estremamente difficile: colmare il gap di competenze. Un problema evidenziato anche dall’Unione Europea, che sta mettendo in campo risorse con l’obiettivo di arrivare a garantire competenze digitali di base all’80% della popolazione del Vecchio Continente entro il 2040. Oggi, infatti, meno della metà della popolazione possiede queste capacità di base: in Italia siamo al 41%, e si procede a rilento, tanto che si stima sia molto difficile raggiungere l’obiettivo in soli 8 anni.
Le competenze di base tra l’altro non sono le uniche richieste: le aziende che puntano sull’innovazione hanno bisogno di persone con capacità specifiche e più evolute della media. È vero che le istituzioni stanno cercando di ammodernare il sistema scolastico, anche nell’ottica di stimolare lo studio delle discipline STEM, ma ci vorrà tempo prima che queste figure siano pronte.
Di conseguenza, le imprese devono sfruttare al meglio quello che già anno, trattenendo i talenti e attivando programmi di formazione per i loro dipendenti. Prima ancora di dare il via a questo tipo di iniziative, però, è necessario capire il punto di partenza: quali competenze ci sono in azienda? Quali sono necessarie? In quali aree è più urgente un intervento per migliorare le capacità e le conoscenze dei lavoratori? Informazioni utili non solo a comprendere come migliorare il business, ma anche a tagliare i costi e a verificare la conoscenza delle procedure di sicurezza, così da ridurre il rischio di incidenti sul lavoro.
Uno strumento a supporto di questi processi è SAP Assessment Management by Questionmark, una piattaforma collaborativa accessibile anche da dispositivi mobile che permette di eseguire quiz, test e sondaggi, così da comprendere le competenze dei lavoratori e la loro capacità di seguire le procedure operative. Un aspetto estremamente importante anche dal punto di vista della conformità normativa, soprattutto quando si lavora in settori pesantemente regolati come quello finanziario o medicale, dove un errore di procedura può avere conseguenze anche gravi. Il supporto per 36 lingue rende la soluzione adatta anche alle multinazionali con sedi in vari Paesi.
Le realtà che meglio riescono ad affrontare le sfide imposte dal mercato, anche in situazioni complesse e di crisi, sono quelle data-driven, cioè guidate dai dati. Dati che si rivelano fondamentali anche nei processi di assessment aziendale.
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