Nel corso della vita di un’azienda, può essere necessario affrontare cambiamenti importanti, come trasferimenti di sede, costruzione di nuovi stabilimenti, rinnovo del parco macchine o dei sistemi informatici, fino al cambio di ERP. Esistono diversi approcci per gestire queste trasformazioni, ma grazie alla progressiva standardizzazione di database, protocolli e infrastrutture, l’approccio brownfield sta guadagnando popolarità. Scopriamo di più su questo metodo e le sue best practice.

I tre principali approcci alla migrazione dei sistemi

Nel contesto di una migrazione dei sistemi informatici in generale ed ERP in particolare, esistono tre principali approcci: greenfield, bluefield e brownfield.

Questi approcci differiscono per metodologia, portata e impatto sull’infrastruttura IT esistente.

Distinguiamoli brevemente, ci focalizzeremo poi sull’approccio brownfield per meglio comprendere i motivi della sua alta percentuale di adozione.

Approccio brownfield - migrazione del sistema ERP
  • Greenfield. Prevede una migrazione totale dell’infrastruttura IT e dei sistemi ERP esistenti, ripartendo da zero con un’installazione completamente nuova. È ideale per le aziende che desiderano ripensare i propri processi senza vincoli, ma richiede risorse significative e un profondo cambiamento nella cultura organizzativa.
  • Bluefield. Adatto per ecosistemi eterogenei, questo approccio prevede una migrazione modulare. Dati e sistemi vengono trasferiti selettivamente, permettendo all’azienda di mantenere alcune configurazioni esistenti e migrare solo i moduli necessari, riducendo tempi e costi.
  • Brownfield. Si concentra sulla conversione e aggiornamento dell’infrastruttura esistente senza interventi strutturali profondi. Rappresenta una soluzione vantaggiosa per le aziende che cercano una migrazione o un cambio ERP con interruzioni minime alle operazioni. Consente di trasferire dati e configurazioni direttamente al nuovo sistema, riducendo la complessità della migrazione e mantenendo intatti i processi chiave. Questo approccio sta diventando sempre più applicabile grazie anche alla natura delle infrastrutture moderne sempre più modulari e sempre meno monolitiche. Un servizio basato su API, per esempio, può essere migrato con estrema semplicità, soprattutto se paragonato ai vecchi sistemi legacy.

Best practice per una migrazione di successo con l’approccio brownfield

Implementare correttamente un progetto brownfield richiede un piano tecnico dettagliato, soprattutto per l’aspettativa che questa modalità genera. Di seguito, le best practice più efficaci per una migrazione di successo.

Pianificazione delle risorse e mappatura dei processi

Coinvolgere fin da subito le funzioni IT e i decisori aziendali chiave per definire obiettivi chiari, mappare i processi esistenti e analizzare le configurazioni del sistema attuale. Analizzare in anticipo le configurazioni del sistema aiuta a identificare eventuali personalizzazioni che potrebbero richiedere interventi specifici. Per esempio, in un contesto SAP S/4HANA, il team dovrebbe avere una chiara comprensione della struttura dei dati esistenti e delle eventuali incompatibilità con il nuovo sistema.

Test di compatibilità e valutazione dell’infrastruttura

Verificare la compatibilità dell’infrastruttura attuale con il sistema di destinazione, valutando prestazioni, capacità di storage e resilienza della rete. Una pre-migrazione dettagliata permette di evitare sorprese durante l’aggiornamento. Le piattaforme di test e simulazione, per esempio SAP Readiness Check, permettono di identificare eventuali incompatibilità e prevedere i tempi di down-time, per una pianificazione più efficace e realistica.

Gestione dei dati: pulizia e consolidamento

Una delle attività più delicate in una migrazione di sistema brownfield è la gestione dei dati. Prima di trasferire i dati al nuovo sistema, è consigliabile igienizzare la base dati per eliminare quelli obsoleti o ridondanti. I dati dovrebbero essere consolidati e ottimizzati per adattarsi alla struttura del nuovo sistema, riducendo così il rischio di errori. Anche in questo caso i sistemi moderni facilitano in modo considerevole questo passaggio, sia grazie a una maggiore capacità di ingestione in ingresso, sia all’affermarsi di modalità sempre più standardizzate per l’archiviazione e l’organizzazione.

Si tratta in ogni caso di un passaggio che richiede una stretta collaborazione tra IT e i responsabili dei dati aziendali per garantire che il nuovo sistema mantenga la continuità operativa grazie a un trasferimento il più possibile indolore.

Pianificazione delle fasi di conversione e minimizzazione del down-time

Il brownfield è spesso scelto dalle aziende che non possono permettersi interruzioni estese. Per incontrarne le esigenze, è possibile, per esempio, pianificare conversioni graduali. Le strategie di roll-out progressivo consentono di eseguire la migrazione in più fasi, evitando un’unica interruzione prolungata. Inoltre, la migrazione nei weekend o durante le ore di inattività aziendale rappresenta un’altra best practice per minimizzare i tempi di inattività e garantire la continuità dei processi core.

Strumenti di automazione e monitoraggio in tempo reale

L’utilizzo di strumenti di automazione permette di ridurre il margine di errore durante la migrazione. Soluzioni come SAP Landscape Transformation semplificano il processo, automatizzando le attività ripetitive e minimizzano le interruzioni potenziali. Inoltre, l’implementazione di strumenti di monitoraggio in tempo reale permette di rilevare eventuali anomalie subito dopo il trasferimento e di ridurre i tempi di reazione a eventuali imprevisti.

Formazione del personale e change management

Anche se l’approccio brownfield riduce l’impatto del cambiamento sugli utenti, è fondamentale investire nella formazione del personale e nell’adozione di strategie di change management. È necessario che le persone comprendano e apprezzino le nuove funzionalità e le differenze rispetto al sistema precedente. La formazione mirata e il supporto continuo aiuteranno a integrare il sistema nel flusso di lavoro aziendale e a ridurre la curva di apprendimento.

Conformità e gestione della sicurezza

Le migrazioni brownfield presentano una sfida dal punto di vista della sicurezza, visto che mantengono molte delle configurazioni originali che richiedono controlli continui. Bisogna garantire che il nuovo sistema ERP rispetti gli standard di sicurezza più recenti e sia protetto contro le minacce informatiche. Durante la migrazione, è consigliabile condurre audit di sicurezza e verificare che i dati critici siano gestiti secondo le normative di conformità.

Perché l’approccio brownfield è sempre più adottato?

L’approccio brownfield rappresenta una soluzione vantaggiosa per le aziende che cercano una migrazione dei sistemi IT rapida, sostenibile e a basso impatto. Grazie alla possibilità di mantenere processi consolidati e di ridurre il downtime, è particolarmente adatto per le aziende che devono migrare rapidamente o affrontare un cambio ERP senza alterare profondamente l’infrastruttura IT esistente. Tuttavia, per una migrazione efficace, è necessaria una pianificazione attenta, che non trascuri nessuno dei dettagli suggeriti in queste best practice.

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