Nel settore manifatturiero, il Time to Value è un parametro fondamentale, che governa il rapporto fra clienti e fornitori. Dal momento che, come accade spesso nel mondo dei termini presi in prestito dal mercato anglofono, la definizione ha diverse sfaccettature, precisiamo che in questo articolo ci occuperemo del Time to Value verso l’esterno, cioè del tempo impiegato dai clienti a recepire, percepire e mettere a ricavo il valore aggiunto dei nostri prodotti.
Perché il Time to Value è così importante?
Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, i cambiamenti del mercato sono sempre più repentini, anche in settori con una forte connotazione conservatrice come il manifatturiero. Questo significa che, se un tempo la fidelizzazione del cliente poteva in qualche modo sopperire a inefficienze lungo la catena del valore, oggi la competizione e i cambiamenti del mercato hanno elevato in modo esponenziale il rischio di abbandono da parte dei clienti vecchi e nuovi.
Questo implica che anche parametri un tempo secondari, come la difficoltà di adozione dei nostri prodotti, oggi sono fondamentali. In altre parole, se la nostra soluzione è più “difficile” o “laboriosa” di quella dei concorrenti o della media di mercato, è molto probabile che i clienti la abbandonino.
Il concetto di Time to Value è nato nell’ambito dei servizi digitali, dove l’assenza di una controparte materiale rende la volatilità dei clienti molto alta, ma a causa di mercati sempre più fluidi e di sistemi sempre più agili si sta estendendo anche ai settori come il manufacturing.
Come lo smart manufacturing supporta e migliora il Time To Value
Se la nostra azienda ha già avviato un processo di trasformazione digitale o lo sta per avviare, ci sono alcune considerazioni in merito all’interazione con il Time to Value che vale la pena di prendere in considerazione. Come sappiamo, infatti, una delle prerogative dello smart manufaturing è proprio quella di comprimere le inefficienze e migliorare la flessibilità. Opportunità che si possono riflettere in modo virtuoso anche nel rapporto con i clienti. Vediamo alcuni degli aspetti principali in cui una filiera smart manufacturing può supportare un miglioramento del time to value.
- Miglioramento dei servizi legati ad assistenza e supporto: senza dubbio uno degli ambiti più critici del settore manifatturiero è la capacità di comunicare e fornire assistenza e servizi successivi alla vendita del prodotto, spesso a causa di problemi di comunicazione interni. Una delle prerogative dello smart manufacturing è proprio quella di rendere permeabili le comunicazioni, di fatto rendendo più efficiente anche l’interazione fra i reparti e quindi tutti gli aspetti legati all’assistenza.
- Possibilità di formare clienti (e personale) in anticipo: quando l’azienda deve presentare un nuovo prodotto al mercato, oppure una versione rinnovata di un prodotto esistente, una delle problematiche chiave è quella di mostrare le potenzialità in modo persuasivo. Grazie allo smart manufacturing e al già citato aspetto di efficienza comunicativa, marketing e vendite possono lavorare praticamente in contemporanea alle linee produttive. In molti casi è possibile avviare seminari, formazione e promozione con largo anticipo, addirittura contestualmente alla prototipazione. Tecniche come il digital twin infatti permettono di lavorare in un ambiente virtuale, con caratteristiche assolutamente fedeli alla controparte materiale, anche durante le fasi di progettazione. Grazie alla tecnologia SAP è possibile, inoltre, gestire questi flussi di comunicazione di concerto e in modo organico lungo tutta la catena organizzativa e produttiva.
- Ricevere e recepire feedback e indicazioni: le caratteristiche della smart factory oggi non si riducono alla flessibilità e alla possibilità di comunicare in modo efficace lungo tutta la filiera. La capacità di ascolto del mercato è un altro parametro fondamentale e necessario per poter conservare la competitività. Anche in questo caso, la possibilità di avvantaggiarsi di strumenti di analisi, simulazione e produzione avanzati rende molto più agile ed efficace recepire feedback e indicazioni. Per esempio, se una nuova serie di un prodotto è soggetta a un particolare tipo di guasto che non è emerso nei test, grazie a strumenti come il controllo di gestione SAP è possibile attuare diverse tipologie di remediation, che vanno dal formare l’assistenza alle campagne di richiamo, passando per la riduzione o lo stop della produzione, fino ad arrivare alla riprogettazione e alla reimmissione sul mercato. Compatibilmente con le caratteristiche dell’azienda, tutto questo può avvenire in tempi estremamente brevi e con una efficacia considerevole.
Lo smart manufacturing è amico del valore aggiunto
Abbiamo visto tre dei principali aspetti in cui lo smart manufacturing si rivela vincente nel migliorare il Time to Value, ma ce ne sono anche altri che meritano se non altro una menzione. Per esempio, la personalizzazione del servizio: semplici accorgimenti come un’area customer dinamica e collegata ai processi aziendali possono permettere ai clienti di tenere sotto controllo lo storico, lo stato delle forniture e la disponibilità di ricambi e assistenza. Le filiere industria 4.0 possono facilitare i processi di interazione, automatizzandone gli aspetti più onerosi e permettendo, nel caso di filiere complesse, di garantire elevati livelli sia di efficienza sia di qualità del prodotto. Infine, soprattutto nel caso di implementazioni avanzate come la servitizzazione, l’uso di tecnologie intelligenti, come machine learning e IIoT, può permettere alla nostra azienda di calarsi nelle esigenze del cliente in modo efficace, funzionale e soprattutto tempestivo, permettendo livelli di Time to Value impossibili con le tradizionali filiere analogiche.