“There is no health without mental health.”
(David Satcher)
Quello della salute mentale è ormai un Hot Topic, ma se ne parla ancora troppo poco. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) identifica il benessere mentale come parte integrante della salute dell’individuo e sempre l’OMS ha esortato a rendere “la salute mentale e il benessere per tutti una priorità globale”.
Il triennio 2020-2022 ha fatto esplodere nuove tensioni e paure – crisi pandemica, lockdown, stravolgimento delle modalità di lavoro, precarietà economica, crescente domanda di nuove skills, tra cui quelle digitali – in aggiunta al già gravoso carico di stress che caratterizza ogni attività lavorativa. Un “pacchetto” complesso in cui si inserisce lo shock della guerra in Ucraina con le sue drammatiche ripercussioni a livello globale. I lavoratori e le lavoratrici sono stati travolti da un’onda d’urto emotivamente molto pesante ed è emersa la necessità da parte dei dipendenti di sentirsi meno parte di una transazione e sempre più in connessione con la loro azienda, anche e soprattutto quando i tempi si fanno difficili.
Si tratta di valutare il benessere dei lavoratori in tutte le sue dimensioni, senza limitarsi al benessere economico e familiare, ma parlando anche di salute mentale. Il McKinsey Mental Health Institute (MHI), con un sondaggio effettuato in 15 paesi del mondo, ha dimostrato come il benessere psicologico sia un fattore critico (di successo) per le aziende e soprattutto per i giovani lavoratori, eppure la salute psicologica fatica ad essere normalizzata nel contesto aziendale, nonostante da più parti sia avvertita e indicata come una necessità urgente.
Ansia, stress e attacchi di panico sono solo alcune delle condizioni sperimentate da molti lavoratori e che possono originare burnout, quella sensazione di sfinimento che tende ad allontanarci dal nostro ruolo professionale, causando un calo della performance, insoddisfazione, disturbi dell’umore fino a sfociare in patologie gravi come la depressione.
Proprio il mancato benessere psicologico risulta essere tra le cause principali che portano le persone a lasciare il proprio posto di lavoro. E sono sempre di più a farlo, spesso senza avere già un nuovo impiego. Da qui l’urgenza di intervenire per alleviare il carico emotivo e psicologico che condiziona e viene condizionato dall’attività lavorativa.
Per noi il benessere delle persone è centrale, fuori e dentro l’azienda.
Per questo abbiamo deciso di accompagnarle verso nuove e preziose consapevolezze capaci di fornire un sostegno nel raggiungimento del loro pieno potenziale, attraverso una nuova collaborazione con UnoBravo, il servizio di psicologia online più grande d’Italia e tra le realtà più attente alla salute mentale dei lavoratori. La società, nata nel 2019, ha saputo cogliere le nuove esigenze dei dipendenti, fornendo loro un supporto nuovo, con sedute di terapia one-to-one, in modalità da remoto e con un sistema di matching guidato capace di individuare il terapeuta del team Unobravo più idoneo per ciascun utente.
Una partnership di valore che si concretizza nell’offerta di una seduta con Unobravo finanziata da Regesta dopo il primo colloquio conoscitivo sempre gratuito in Unobravo.