Una quinta rivoluzione industriale, dove per la prima volta la tecnologia sarà al servizio della Società
In tutta Europa i principi dell’Industria 4.0, termine per la prima volta utilizzato nel 2011 in Germania, stanno raggiungendo ormai un certo livello di maturità, ma la transizione tecnologica è ancora un processo in atto. Nonostante questo, le contingenze dell’ultimo periodo hanno messo in evidenza la necessità di accelerare la transizione digitale e rivedere alcune metodologie: così si è arrivati a ipotizzare il concetto di Industria 5.0.
La quinta rivoluzione industriale tuttavia, ha presupposti nel segno della continuità nei confronti della transizione iniziata con Industria 4.0.
Tutti gli stati membri dell’Unione Europea spingono e favoriscono il processo di digitalizzazione tramite le iniziative di agevolazioni fiscali. Se nei primi anni queste riguardavano più strettamente la trasformazione degli asset produttivi, oggi si estendono al software in modo più allargato, come successo in Italia col passaggio al Piano Nazionale Transizione 4.0.
La crisi nata dal Covid-19 ha evidenziato la necessità di ripensare molte delle metodologie lavorative, ha sottolineato punti di vulnerabilità dell’industria e la necessità di flessibilità per fronteggiarla. Al contempo, molti si sono interrogati sul ruolo dell’industria moderna nella società: a partire dal tema dell’impatto ambientale, da cui è nato il Green Deal, fino alla trasformazione del lavoro e dei lavoratori, conseguenza delle tecnologie emergenti.
La necessità di Industria 5.0
Queste riflessioni hanno accelerato la Commissione Europea a pensare ai principi di una quinta rivoluzione industriale: questa volta, però, non sono tanto le nuove opportunità tecnologiche a spingere questo bisogno, ma la necessità di creare una Società 5.0.
Leggendo tra i le categorie tecnologiche individuate dall’Unione Europea come trainanti per l’Industria 5.0 infatti, si trova una perfetta continuità con ciò di cui la ormai ben nota Industria 4.0 si fa da un decennio promotrice: interazione individualizzata tra uomo e macchina, tecnologie di ispirazione biologica, digital twins e simulazione dei sistemi, piattaforme di flusso ed analisi dati, intelligenza artificiale ed efficienza energetica.
L’obiettivo differente della nuova rivoluzione industriale, rispetto alla quarta rivoluzione industriale è spingere queste tecnologie non solo all’interno dell’industria per la ricerca di migliori condizioni produttive e di profitto, ma all’interno della quotidianità di tutti i cittadini europei come strumenti di miglioramento delle condizioni di vita.
I princìpi dell’Industria 5.0
I principi dell’Industria 5.0 individuati dalla Commissione Europea sono principalmente tre:
- La Human-centrality ha l’obiettivo di porre l’essere umano al cuore del processo produttivo. Le macchine e l’intelligenza artificiale non sono una fredda sostituzione della manodopera, ma opportunità di trasformazione e di crescita: la domanda da porsi è “la tecnologia cosa può fare per noi?” Non solo: la velocità con cui le tecnologie si sviluppano e si sostituiscono obbliga a vedere il lavoratore come un investimento, la cui formazione deve seguire questo andamento. Il luogo di lavoro viene definito come uno spazio “sicuro ed inclusivo”, rimarcando ancora una volta il fine dell’evoluzione tecnologica, il benessere psico-fisico del lavoratore.
- La sostenibilità a cui si vuole aspirare può essere sintetizzata con la frase “better with less”: Maggiore utilizzo di fonti rinnovabili, riutilizzo di energia e minori sprechi per far sì che la necessità energetica delle generazioni di oggi non cannibalizzi le risorse per quelle di domani.
- La resilienza si riferisce alla necessità di sviluppare un livello più alto di robustezza dei contesti industriali attuali, di cui il mondo ne ha avuto decisamente prova nell’ultimo anno.
L’obiettivo è creare catene del valore sufficientemente strategiche, capacità produttive adattabili e processi commerciali flessibili, specialmente nei settori al servizio di bisogni umani fondamentali come sanità e sicurezza.
Il ruolo dell’Industria nella nuova Società
Un concetto centrale rimarcato più volte dalla Commissione Europea è che questa nuova Società si serve della tecnologia, al contrario di ciò che accade oggi, dove l’essere umano rincorre e si adatta ad un’evoluzione più veloce di lui.
L’Industry 5.0 vuole riconoscere il potere dell’industria di raggiungere obiettivi sociali al di là dei posti di lavoro e della crescita per diventare un fornitore resiliente di prosperità, facendo sì che la produzione rispetti i confini del nostro pianeta e mettendo il benessere del lavoratore industriale al centro del processo di produzione.
Per scoprire di più sui principi dell’Industria 5.0 ed approfondire quali sono, per la Commissione Europea, i settori di sviluppo su cui puntare per rendere questo cambiamento reale, si rimanda alla pagina dedicata sul portale ufficiale, dove è possibile scaricare anche il paper originale.