Anche se non è possibile datare con precisione l’avvio della trasformazione digitale in Italia, possiamo senza dubbio accettare con buona approssimazione che sia diventato un tema preponderante con il primo piano industria 4.0 del 2017, di fatto poi confluito nel piano di Transizione 4.0 in tempi più recenti. Se nel parlare di trasformazione digitale si discute in qualche misura anche di sostenibilità aziendale, ci sono diverse ragioni. Che riguardano senza dubbio la possibilità di supportare uno sviluppo più green attraverso il digitale.
Trasformazione digitale, al servizio anche della sostenibilità
Il legame fra transizione digitale e transizione ecologica è sempre stato a doppio filo: fin dai tempi della dematerializzazione è sempre stato chiaro che l’informatica prima e il digitale poi sono stati, e sono tuttora, soluzioni più environment friendly rispetto a quelle tradizionali. Un tema che ricorre anche nelle intenzioni del legislatore che ha incluso, fin dalla prima versione del piano di Transizione 4.0, una forte impronta Green.
Impronta che si ritrova nel PNRR, in cui una delle sei missioni si chiama, appunto, Rivoluzione Verde e transizione ecologica.
Ma perché trasformazione digitale e sostenibilità sono così sinergiche? Vediamo insieme alcune delle ragioni principali.
La riduzione degli sprechi grazie ai dati
Questo particolare ambito è critico soprattutto perché coinvolge le aziende su più livelli: oltre che su quello della sostenibilità, tema centrale di questo approfondimento, anche su quello più strettamente economico. La grande quantità di dati che oggi le aziende possono raccogliere ed elaborare permette di riprogettare il modo in cui vengono prese le decisioni, basti pensare al principio della gestione data driven. Per fare un esempio non collegato a un particolare settore, ma di interesse comune, si stima che l’uso dell’intelligenza artificiale nella riduzione dello spreco alimentare e nel recupero di prodotti e materie prime potrebbe generare un valore di 127 miliardi di dollari entro il 2030.
Nel campo della gestione di impresa, risultati ugualmente validi si possono ottenere applicando policy strettamente legate al digitale, per esempio, alla gestione del magazzino basata sulla previsione della domanda.
Ottimizzare le forniture, non solo per risparmiare
Ragionando in termini più strettamente digitali, in particolare per quanto riguarda l’infrastruttura IT, ci sono scelte che spiegano perfettamente l’assoluta conciliabilità fra tecnologia e tematiche ambientali. Lo spostamento verso il cloud in generale e verso il modello product as a service, per esempio, permette, a un livello più alto, la creazione di modelli di utilizzo che riescono a ottimizzare lo sfruttamento di asset e risorse.
Anche in questo caso, a dimostrazione che i due concetti non sono mutuamente esclusivi, l’interesse economico si concilia perfettamente con la tematica ambientale. I modelli “as a service”, infatti, hanno acquistato interesse perché più economici per le aziende, che non devono più preoccuparsi dei costi di infrastruttura. Ma, sul fronte della sostenibilità, hanno permesso di contenere drasticamente il sovradimensionamento delle infrastrutture e la conseguente circolazione di apparati non necessari, portando a una riduzione dell’impatto ambientale.
Riduzione di scarti, difetti e allungamento del ciclo di vita delle attrezzature
Il tema degli sprechi è particolarmente impattante dal punto di vista ambientale, non solo in termini macroscopici, ma anche a livello operativo, soprattutto nel caso del manifatturiero dove scarti di lavorazione e prodotti difettosi costituiscono sempre una voce di costo critica.
Attraverso la trasformazione digitale è possibile ottimizzare la produzione sia in modo diretto sia in modo indiretto. In modo diretto monitorando ed elaborando i parametri specifici della catena produttiva, per esempio stabilendo la quantità ottimale di pezzi orari per conservare il margine senza introdurre un numero di difetti troppo elevato, oppure stabilendo il tempo di stoccaggio ottimale per i prodotti deperibili.
In modo indiretto, e da un certo punto di vista più strategico, rivedendo il paradigma della manutenzione con i nuovi criteri predittivi. Sono piuttosto frequenti i casi in cui, per esempio, un aumento dei pezzi difettosi o dell’impiego di materiali consumabili è indicativo di un deterioramento dei macchinari. I moderni sistemi MES possono, collegandosi all’ERP aziendale in un ecosistema data driven, sfruttare le informazioni del controllo qualità e le letture provenienti anche dal bordo macchina per prevedere eventuali criticità e pianificare gli interventi, con un doppio beneficio: contenere gli sprechi e prolungare il ciclo di vita dei macchinari, facendoli lavorare sempre in condizioni ottimali.
Oggi i principali attori dell’industria digital stanno lavorando per rendere il settore IT sempre più green offrendo soluzioni in Cloud che consentono alle aziende di limitare le emissioni.
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